Vite di Donne 17 Maggio 2014 – Ferrara
Un’ esperienza “nel mezzo” né da scrittrice, né da produttrice, ma da intermediaria tra il mondo contadino legato alla terra e alla creazione, e la vendita dell’opera d’arte vino.
La tavola rotonda condotta dall’antropologa Lucia Galasso ha centrato diverse tematiche importanti che avrebbero necessitato di ore per poter essere sviscerate.
Le vignaiole intervenute hanno raccontato le proprie esperienze e difficoltà come donne, in un mondo lungamente considerato al maschile. Alcune vignaiole si sono avvicinate alla vigna e alla terra per ritrovare una parte di se stesse , dopo aver seguito inizialmente altri percorsi, mentre altre lo hanno vissuto come un sentiero già tracciato dalla famiglia e sempre sentito. Si è parlato del profondo legame tra la terra e chi la coltiva. Essere vignaiole è davvero romantico come spesso viene raccontato? Non proprio. Il lavoro di chi è a contatto con madre terra è spesso di soddisfazione , amore e ritorno alle radici, ma allo stesso tempo è fatto di grande fatica e sacrifici, come dover fare tornare i conti ogni giorno nell’ azienda, districarsi tra la burocrazia sempre più impossibile e incastrare i tanti impegni quotidiani di madre, moglie e compagna.
La forza viva e creatrice del Femminile si esprime al meglio nel lavoro quotidiano a contatto con la terra e la generazione del proprio vino, la donna viene accompagnata in un percorso di conoscenza e di profondità a contatto con la propria anima e la vera se stessa. Diverse produttrici hanno raccontato di aver intrapreso percorsi umanistici e artistici per tornare alla terra e alla creazione di questo prodotto così antico. Il connubio tra l’arte (in tutte le sue forme) e il vino, dona sempre grandi emozioni, e due artiste presenti lo hanno dimostrato. Cassandra Wainhouse con le sue fantastiche etichette create con bottoni per Vite di Donne e i creativi Vinarelli di Maurizia Gentili.
Il lavoro a contatto con la Vigna rappresenta libertà per la donna? Una domanda rimasta aperta per certi versi. La libertà vera appare una chimera e non può esistere nemmeno in un lavoro così aperto a contatto con la Natura e con le proprie radici; esistono sempre vincoli burocratici, economici, familiari , e soprattutto sono quest’ ultimi che devi “attraversare” per divenire libera e trasformarti . Queste ultime parole mi sono state dette da Elena o Paola Conti a cena, non ricordo precisamente, eravamo allegramente immerse in assaggi dei vini che Arianna ci portava a tavola, concentrate nei piatti serviti dall’ agriturismo Principessa Pio, un finale perfetto per una giornata davvero unica.
I miei ringraziamenti ad Arianna Fugazza e all’ associazione culturale PIV di Ferrara , Lucia Galasso e a tutte le produttrici che hanno partecipato apportando il loro contributo e le loro arricchenti esperienza di vita; mi sarebbe piaciuto conoscere tutte in modo più approfondito ma so bene per esperienza che a volte non bastano intere giornate a contatto con un singolo produttore tra vigneti e cantina, figuriamoci poche ore! Bellissima giornata che rimarrà tra i miei ricordi.